Anna Torretta, Fly in the wind

Giovedí sera scendo in Val Pusteria perché devo recuperare il passaporto!? Ho lasciato scadere il prezioso libricino proprio prima di partire per il Canada e mia mamma e papá sono in vacanza a San Candido e … questa è un’altra storia.

“Fly” era nella lista dei desideri di quest’inverno.
Telefono a Kurt, da San Candido: “Cosa fai domani?” – “Vado ad aprire una via con Hebbo, vieni anche tu?”

Siamo in Valle Aurina, la via si chiama “Blue Spirits”, due tiri, M8 (per i lunghi…!) e 5+ delicato, stile Kurt, chiodi classici, chiodi da ghiaccio e clessidre. Bellissima via.
Io ripeto il primo tiro nella stessa giornata. Il weekend inizia bene!

“Fly” forse non è piú come dovrebbe essere, nelle settimane scorse, il gran caldo e un tentativo di un arrampicatore sono state le cause del crollo della candela di uscita…
Peró una visita la merita! Fa freddo da tutta la settimana, forse qualche cosa si è riformato.
Domenica sono sotto il grottone, la candela di “Stille Erinerungen” è monca, “Fly” non si capisce bene, ma il ghiaccio di uscita non sembra molto formato.

Pazienza, mi dico, sarà un tentativo in piú. Voglio vedere se sono ancora in forma e poi quel tetto ha una fantastica sequenza di movimenti. Vado a mettere su i rinvii. L’ultimo spit non lo moschettono neanche, il ghiaccio è così lontano!

Accendo un fuocherello per riscaldarmi un po’ e far passare il tempo, Harald Gasser è con me, fresco da un viaggio in Tailandia mi racconta dei piaceri della vita del grimpeur da spiaggia. Io penso a quanto è corta per me la stagione calda…

È ora di partire, sono le quattro di pomeriggio. I movimenti si concatenano uno dietro l’altro, due, tre riposi a testa in giú. Arrivo all’ultimo passaggio, janiro e incastro la lama nell’ultima fessura, tiro su i piedi, tallono sul manico della picca e …. e adesso? Adesso rinvio.

Mi allungo piú che posso, niente, riparto a molla e la piccozza si infila dietro la stalattite, adesso non posso piú tornare indietro, sono in croce. Giro i piedi dalla roccia al ghiaccio con la delicatezza di un artificiere che sta disinnescando una bomba. La stalattite su cui sono adesso posso quasi abbracciarla, ma non suona vuoto come me l’aspettavo, allora tiene! Respira, respira, tutti dicono che quando sei su ghiaccio sei fuori, io mi dico ora è meglio tirare fuori quello che le femminucce non hanno…

Con tre, quattro buchi riesco a portarmi sul bordo della seconda stalattite, se riesco ad aggirarla, se riesco, è fatta! Aggancio qualche cosa, ruoto le spalle di 180 gradi, la piccozza è esattamente tra ghiaccio e roccia, non si staccherá mica tutto adesso… prima di urlar vittoria salgo ancora i pochi metri verso le radici sopra alla mia testa!
Fly in the Wind, ho volato un po’!